MASSIMO CENTINI

In trent'anni di ricerca, Maria Scalia ha elaborato un proprio avvincente linguaggio dominato da una vitalità di indubbia forza, che si estrinseca in modo particolare nella figura.
L'artista, capace di misurarsi con tecniche diverse, che dall'acrilico vanno all'acquerello, dalla grafica ai pastelli, sa cosa vuole: é questo un dato di fatto che traspare nitidamente osservando la sua produzione, in particolare quella legata alla figura umana.
In questo ambito, Maria Scalia ricerca soprattutto che cosa c'é oltre l'apparenza. Oltre il velo, spesso impenetrabile, di un volto, di un gesto, di una traccia scavata dal tempo sulla morfologia di una faccia.
pur con la consapevolezza che la tentazione del realismo é forte, attraverso la quale spesso si corre il rischio di scambiare un'immagine per la realtà, l'artista cerca di andare oltre, lasciando a latere l'azione di vedere, quasi sempre eminentemente fisiologica. E così sceglie di avvalersi di una traiettoria sostanzialmente espressionista, frutto dell'osservare e non solo del vedere.
I soggetti che Maria Scalia propone vengono traslitterati su un piano rappresentativo che risulta affrancato dal nostro esasperante bisogno di apparire secondo quei canoni, fittizi certamente, che oggi hanno raggiunto livelli tali da asfissiare la nostra libertà di essere come semplicemente ci viene naturale, magari lasciando al nostro corpo e al nostro volto la libertà di essere spontanei. Travolti dalla schizofrenia esegetica moderna che vuole trarre significati definitivi da qualunque cosa, oggi, attraverso gli strumenti enfatizzanti l'ipertrofia dell'apparire (dalla televisione al Web), scopriamo che dobbiamo continuamente controllare la nostra immagine, contenendola tra i parametri normalizzanti di una gerarchia dell'apparire costruita tacitamente su modelli traslucidi di una società fortemente condizionante.
L'artista possiede la libertà di andare oltre i ceppi delle convenzioni condivise e quindi si affranca dal peso dell'essere secondo i dettami di regole sociali, restituendo ai soggetti una sorta di libertà primordiale.
una libertà fatta di essenze, spesso assopite, se non addormentate, da regole dettate dalla legge dell'apparenza.
Per ottenere tanto, Maria Scalia si concentra soprattutto sui volti dei suoi soggetti: un'attenzione che di fatto intende indagare l'aspetto, la figura, i modi di essere di chi viene raffigurato attraverso tratti fortemente colmi di materiale pittorico.
Presenze spesso ridotte ad alcuni colori base, senza concedere nulla alla ridondanza cromatica che, indubbiamente, in alcuni casi finirebbe per stordire e allontanare dal significato considerato l'elemento dialettico da "far venir fuori" per mezzo della dinamica delle forme.
Quindi il contenuto semantico della figura si presenta al pensiero per fornirgli delle informazioni culturali, mediate attraverso il processo dell'osservazione. Ecco allora la necessità di utilizzare un termine piú idoneo, che in questo caso potrebbe essere "viso", derivante dal latino videre, espressione ad hoc per chiarire il ruolo di informatore visivo della faccia. Sottigliezza semantica? Non solo: infatti per Scalia il viso non è semplice parte del corpo. Attraverso il viso, l'altro che ancora non esisteva, a un tratto, entra nel campo delle cose visibili, si apre al racconto, articolando il proprio vissuto sottoforma di eco.
l'artista che, secondo il nostro personale punto di vista, ha il suo territorio di ricerca più dinamico appunto nella figura (sia sul piano tecnico che su quello poetico), si misura anche con altri soggetti: la natura morta in particolare. In questo ambito, Maria Scalia lascia al colore il ruolo di trasformarsi in presenza di grande forza narrativa, capace di dimensionare un universo basato sostanzialmente sulla materia che ha bisogno della struttura cromatica per emergere dal piano pittorico e intessere relazioni tra la realtà e la rappresentazione. Il risultato è spesso avvincente, capace di produrre delle suggestioni che ci affascinano per la loro forza e vitalità.

Torino, maggio 2006

Massimo Centini